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La rivoluzione francese

La repubblica conservatrice

La repubblica conservatrice (1794-1799)

Il potere tornò nelle mani dei moderati, che agirono attraverso il lavoro nella Convenzione (l’assemblea parlamentare).

La rivoluzione è finita?

Con l’uscita di scena di Maximilien Robespierre e la revoca delle misure di emergenza, l’epoca della rivoluzione sembrava destinata a concludersi. Ancora una volta ci fu chi dichiarò terminata la rivoluzione.

La Convenzione riprese la guida del paese e stilò una nuova costituzione (1795) , molto meno radicale ma comunque piuttosto avanzata, che confermava la natura repubblicana dello stato; le libertà civili (opinione, stampa, riunione); introduceva l’istruzione obbligatoria; confermava l’autonomia della magistratura e il sistema dei Dipartimenti e dei Municipi guidati da Consigli rappresentativi.

Perché non va tutto a posto?

• C’è la vendetta dei monarchici. Mentre la Convenzione e il nuovo organo esecutivo, il Direttorio , tentavano la pacificazione chiudendo i circoli giacobini, si scatenò il “terrore bianco”: a Parigi bande di giovani benestanti imperversavano alla caccia di giacobini e sanculotti da randellare; nel sud del paese la ritorsione era anche più violenta con arresti e omicidi politici.

• Crisi economica. Le nuove manifestazioni di protesta di sanculotti e popolani sono represse dalle forze dell’ordine. (I giacobini accolsero spesso le richieste degli strati popolari.)

• Le elezioni per la nuova assemblea furono vinte dai monarchici. In pratica il governo rimase nelle mani dei repubblicani grazie ad un escamotage (una quota di “diritto” per i rivoluzionari) ma il Direttorio (composto da 5 membri scelti dall’assemblea) si trovò stretto tra i monarchici a destra e i giacobini – sempre molto popolari nelle città – a sinistra.