La Restaurazione
Al Congresso di Vienna del 1815 gli stati vincitori contro Napoleone decisero il nuovo assetto geografico e politico dell’Europa. Ecco come ogni stato si organizzò per rispondere all’ondata rivoluzionaria che aveva sconvolto il continente tra il 1790 e il 1814:
RUSSIA_ Alessandro I sembrava concedere qualche libertà; poi condizionato da Metternich (I ministro austriaco e “regista” del congresso) ritirò tutte promesse. Nascono le società segrete.
PRUSSIA – Comanda il re, coadiuvato dalla grande nobiltà dei proprietari terrieri (Junker)
AUSTRIA – Metternich impone un regime di burocrazia e polizia.
ITALIA – Aumenta il potere della chiesa; forte la presenza di truppe asburgiche per prevenire le attività dei liberali. La Lombardia vede i primi segni di sviluppo industriale. Vittorio Emanuele I in Piemonte è molto reazionario. In Toscana il regno di Leopoldo II si distingue per le aperture sia in campo economico che civile: nasce “L’Antologia” di Viesseux. Vaticano e Regno di Sicilia dominate da politiche reazionarie.
SPAGNA – Rinnegata la costituzione del 1812 e avviata una dura politica di reazione.
GRAN BRETAGNA – Potere all’aristocrazia terriera.
Camera dei Lords/Camera dei Comuni/RE. Nuovo sistema di investimento agricolo che favorisce la concentrazione fondiaria. Nel 1820 prevale la linea conservatrice e la politica protezionistica.
Le società segrete
Nascono le società segrete perché in tempi di politiche reazionarie non c’è altro modo per opporsi al regime. Non coinvolgono operai e contadini, sono un fenomeno tipicamente borghese. La più importante era la Carboneria con finalità costituzionali. In Italia le società segrete aspiravano all’unità nazionale.
I moti del 1820
SPAGNA Il 1° gennaio del 1829 a Cadice Rafael Riego, colonnello di un reggimento dell’esercito, si ammutina e chiede il ripristino della costituzione del 1812. Il re Ferdinando VII, per evitare guai, convocò la Cortes (una specie di assemblea costituente).
REGNO DELLE DUE SICILIE si ripete quanto visto in Spagna: un parte dell’esercito si ribella e chiede la vecchia costituzione: in un primo momento viene concessa.
In entrambi i paesi l’intervento delle truppe straniere (Francia in Spagna e Austria in Sicilia) rimette le cose a posto. La reazione che segue è durissima.
GRECIA La società segrete Eteria (“libertà”) promuove l’insurrezione nelle isole del sud. In questo caso la rivolta trova l’appoggio della popolazione e la solidarietà delle potenze europee; nel 1822 viene annunciata l’indipendenza della Grecia dall’impero Ottomano. Ma la Turchia (appoggiata dall’Egitto) inizia una spietata repressione che suscita grande sdegno nell’opinione pubblica continentale.In nome della solidarietà tra cristiani ortodossi la Russia aiutò i resistenti, seguita da Francia e Gran Bretagna. Nel 1829 la Grecia fu riconosciuta indipendente.
Sul tavolo rimase una disputa tra Turchia ed Egitto circa il risarcimento per l’aiuto concesso, che sarà motivo per una serie di conflitti diplomatici e militari (vedi QUESTIONE D’ORIENTE).
RUSSIA si diffonde il movimento dei decabristi . Intorno al 1825 giovani borghesi pensavano di europeizzare la Russia ma furono schiacciati dalla repressione.
L’indipendenza dell’America Latina
Tra il 1816 e il 1824 l’intero sub-continente latinoamericano spezzò le secolari catene che lo legavano ai conquistadores iberici. La sollevazione riuscì perché:
1. Spagna e Portogallo erano ormai debolissime
2. I creoli erano simili per forza economica e volontà politica ai borghesi francesi della rivoluzione
3. I ribelli poterono contare sull’aiuto della Gran Bretagna e della sua economia.
La gerarchia sociale delle colonie era:
funzionari coloniali – coloni – meticci – indios – negri
Dopo alcuni falliti tentativi José de San Martin, alla guida delle truppe di ribelli indipendentisti, ottiene l’indipendenza nel 1816 dell’Argentina. Assieme a Simon Bolivar inizia poi una esaltante risalita del continente liberando a uno a uno tutti i territori in possesso della corona spagnola. L’ultimo è il Perù nel 1824. In Messico l’indipendenza è dichiarata nel 1821 per iniziativa di Agustin de Iturbide; mentre in Brasile l’indipendenza dal Portogallo è avvenuta senza alcuna rivolta a causa di un vuoto di potere. La volontà di fare un unico grande paese naufraga di fronte a piccoli interessi locali che risultarono insormontabili e alle pressioni provenienti dall’esterno.
Nel 1823 il presidente degli Stati Uniti proclama la “dottrina Monroe” in cui si sancisce il divieto per gli stati europei di occupare territori nel territorio americano.
Gli Stati Uniti
All’inizio del 1800 potevano contare su una popolazione di 4-5 milioni, di cui circa 300 mila erano i nativi americani (chiamati pellirossa per l’uso di dipingersi la pelle oppure indiani, accogliendo il riconosciuto errore di Colombo che pensava di essere sbarcato in India anziché nei Caraibi).
Lo stato era strutturato come una Federazione di 13 piccoli stati tutti affacciati sull’Oceano Atlantico. La vita politica era organizzata intorno a due partiti: il partito repubblicano che difendeva gli interessi degli agricoltori e il partito federalista che sosteneva le ragioni della borghesia industriale. Ottenuta l’indipendenza gli Usa proseguirono in una logica di consolidamento ed espansione: la guerra contro GB del 1812-15 per alcuni territori del Canada fu persa. Nel frattempo però l’espansione sia a sud che ad ovest procedette spedita (l’epopea del Far West).
Le rivolte del 1830-‘31
FRANCIA nel 1830 il re Carlo X fa un colpo di stato restringendo le libertà civili. L’opposizione parlamentare fece fallire il tentativo e creò il terreno per rivolte in città: furono le 3 giornate di Parigi concluse con la fuga del re la proclamazione della monarchia parlamentare guidata da Filippo D’Orleans. Nello stesso anno fu dato avvio alla politica colonialista con la presa di Algeri.
BELGIO la dinamica borghesia belga promosse un’insurrezione il 25 agosto 1830 che portò l’ano successivo al riconoscimento della secessione dai Paesi Bassi.
POLONIA in ottobre per iniziativa di alcuni reparti militari fu tentata la secessione dall’impero russo. La reazione dello zar Nicola I fu spietata.
ITALIA I tentativi dei mazziniani e dei tanti romantici liberali fallirono praticamente tutti.
GRAN BRETAGNA a differenza degli altri paesi il governo portò avanti una politica di integrazione sociale legalizzando le associazioni (1824) e allargando il corpo elettorale (1834).
Verso il ’48
FRANCIA con Filippo D’Orleans la Francia poteva vantare un regime liberale moderato con un censo di circa 200000 cittadini. Il movimento socialista muoveva i primi passi, intrecciandosi con spinte repubblicane mai sopite. Intorno al 1835 l’attentato al re la condanna antiliberale della chiesa. I politici principali del periodo furono Thiers e Guizot, in luce nei moti del ’30 ma poi fieri oppositori di riforme sociali importanti.
GRAN BRETAGNA i partiti principali sono il Conservatore e il Liberale. In questa fase inizia il periodo d’oro della storia britannica che coincise con la permanenza al trono della regina Vittoria dal 1837 al 1901. Infatti questa è detta anche “età vittoriana”. Nel 1838 esplode il movimento cartista con rivendicazioni operaie in parte represse in parte accolte.
Nel 1846 avviene il fondamentale passaggio politico dell’abolizione del dazio sul grano: sostenuto dai liberali fu approvato dal parlamento quando a capo del governo c’era il conservatore Peel. La decisione favorì le esportazioni di manufatti e prodotti industriali in genere a scapito della rendita per proprietà terriera e produzioni agricole.
SVIZZERA nel 1845 uno scontro tra liberali e conservatori consente ai primi di far approvare una costituzione in linea con quanto auspicato dalla diplomazia inglese.
ITALIA
Caratterizzata da una frammentazione molto accentuata, si può notare una generale debolezza delle categorie sociali “utili” per le rivoluzioni: borghesia e proletariato. 1831 Mazzini fonda la Giovine Italia . Lui voleva la Repubblica e l’unità. Pensava di riuscire attraverso le insurrezioni di piccoli contingenti e l’efficacia della propaganda popolare. Critica il comunismo (agli albori) perché contrario a famiglia, nazione e proprietà. Non legando la sua iniziativa alla questione agraria fallì sempre. I numerosi e spesso tragici blitz di giovani mazziniani finirono con lo screditare Mazzini stesso e l’associazione. I più celebri patrioti trucidati nell’indifferenza o nell’ostilità dei contadini furono: i fratelli Bandiera, Jacopo Ruffini, Raffaele Pepe.
C’era però anche una nutrita schiera di patrioti moderati, che guardavano con crescente simpatia al Piemonte della dinastia Savoia. Proprio in questi anni si ebbero le prime avvisaglie di un timido riformismo.
QUESTIONE D’ORIENTE
• crisi 1832-33
Per l’aiuto nella repressione dell’insurrezione greca il Sultano aveva promesso la Siria al Pascià d’Egitto. Non mantiene la promessa e scoppia il contenzioso. La Russia appoggiò la Turchia in cambio dell’apertura dello stretto dei Dardanelli (apertura verso il Mar Mediterraneo). Anche la Gran Bretagna si mette dalla parte dei turchi mentre la Francia caldeggiò la rivendicazione egiziana. Quest’ultima riuscì a farsi riconoscere il controllo della Siria.
• crisi 1839-41
La Turchia promosse un’azione militare contro l’Egitto per riprendere la Siria. Allarmate per un possibile nuovo espansionismo francese GB, Russia, Prussia e Austria sfruttarono al situazione per intervenire sulla “questione d’oriente”. Il ministro britannico Palmerston ottenne un successo diplomatico facendo chiudere gli stretti; una opzione che fu accettata perché impediva a chiunque di trarre vantaggio.
COLONIALISMO
Dalla metà dell’Ottocento i principali paesi europei furono impegnati in una corsa alla conquista coloniale senza precedenti. Grazie alla supremazia tecnologica e militare e ad una sostanziale riuscita della politica di equilibrio stabilita a Vienna, Francia, Gran Bretagna, Belgio, Germania ecc. poterono guardare al resto del mondo come a un terreno di conquista.
GRAN BRETAGNA aveva bisogno di colonie per “piazzare” l’enorme produzione industriale e per approvvigionarsi di materie prime. La colonia di riferimento dell’impero di sua maestà fu, dal 1876, l’India. Come fecero 70000 militare a sottomettere 300 milioni di indiani?
Nel 1815 la Compagnia delle Indie diventa un organismo del governo inglese. Nel 1858 la penetrazione inglese fa un ulteriore salto di qualità, con la forte presenza di truppe militari, lo scioglimento della Compagnia e alcune riforme strategiche volte a minare l’assetto socio-politico del subcontinente (no schiavi, lingua inglese nelle scuole ecc.).
(….)
Anche con la Cina gli inglesi ebbero interessi conflittuali; lo scontro riguardava il controllo del commercio di oppio ed ebbe come conseguenza la conquista di alcune “enclave”, tra cui Hong Kong (1840). Sempre nel 1840 il parlamento inglese concesse l’autonomia al Canada; mentre si completava la colonizzazione di Australia e Nuova Zelanda. Il Sud Africa entrò nell’orbita britannica a cavallo del secolo XX, al termine di una terribile guerra contro i contadini olandesi da molti anni insediati in territori improvvisamente scoperti ricchi di oro e diamanti.
FRANCIA La conquista dell’Algeria del 1830 fu un preambolo della grande conquista che i francesi fecero in Africa, ma ne costituì anche una esperienza particolare perché realizzò una vera e propria colonizzazione; trasferendo cioè una porzione consistente di popolazione francese sul territorio annesso.
OLANDA consolidò in forma di colonia il controllo commerciale delle isole del sud est asiatico. Ancora in uso il sistema schiavistico.
SPAGNA E PORTOGALLO persero progressivamente tutte le colonie dell’America Latina.
Il 1848
Date e luoghi delle principali sollevazioni:
12 gennaio Palermo
22 febbraio Parigi
13 marzo Vienna
14 marzo Berlino
17 marzo Milano
22 marzo Venezia
12 giugno Praga
Perché tutto nel 1848? Ci fu una convergenza tra questione nazionale, riforme liberali e questione sociale (processo di lunga durata) e l’incidenza della crisi economica del 1846-47.
FRANCIA La Francia era più avanzata economicamente e socialmente degli altri paesi continentali, non aveva problemi di nazionalità e aveva integrato in parte la borghesia nella monarchia di Filippo d’Orleans. La questione sociale era pertanto prevalente. Quando in seguito a una crisi governativa fu vietato un banchetto (era un tipico modo di svolgere attività politica) a Parigi si alzarono le barricate. In soli due giorni il potere monarchico fu abbattuto e proclamata nuovamente la repubblica:
“Era un fatto straordinario e terribile di vedere nelle sole mani di coloro che non possedevano nulla tutta questa città immensa piena di ricchezza” Alexis de Toqueville
Il governo repubblicano adottò una politica radicale andando incontro ad un fallimento totale. Le elezioni diedero la maggioranza ai moderati. Rivolte durissime tra governo borghese e proletariato; alla fine la repressione lasciò una grande paura che facilitò l’elezione a presidente di Luigi Napoleone come esponente del “partito dell’ordine”.
Fu la vittoria delle campagne cattoliche e conservatrici. Uno dei primi atti fu l’aiuto al papa Pio IX per abbattere la repubblica di Roma.
In pochi mesi Luigi Napoleone consolidò al punto il suo potere da rilanciare una politica imperialista.
AUSTRIA Furono i liberali ad innescare la miccia. Metternich rifiutò le loro richieste di riforma e nelle vie di Vienna ci furono duri scontri. In seguito il re licenziò Metternich e concesse una costituzione e qualche libertà civile. In tutte le regioni dell’impero prendono forza i movimenti indipendentisti; per non perdere Ungheria, Italia e Boemia l’Austria fa marcia indietro e sceglie la linea della repressione.
ITALIA
Gli stati italiani rappresentano il caso più complicato. La questione nazionale è quella prevalente, si intreccia con un riformismo di stampo liberale e con aspirazioni espansionistiche della casa Savoia. La politica di Pio IX aveva entusiasmato i circoli conservatori che avevano avanzato una ipotesi neoguelfa, ovvero con il Papa a capo di una lega di stati italiani (“il primato degli italiani” di Gioberti). In pratica c’erano tre diversi schieramenti anti-austriaci
liberali/moderati
sovrani stati regionali
democratici
La guerra all’Austria passa attraverso fasi diverse.
FASE A – I liberali sfruttano la crisi interna dell’Austria e danno vita a rivolte a Milano (le cinque giornate a partire dal 18 marzo e Venezia. Intanto in tutti gli stati i sovrani hanno concesso costituzioni e libertà civili. Un successo dei liberali.
FASE B – Carlo Alberto dichiara guerra all’Austria dando vita alla I guerra di indipendenza . Commette più errori:
• interviene tardi, quando i cittadini del lombardo-veneto si erano già liberati da soli, dando l’impressione di voler trarre vantaggio da una guerra né combattuta né vinta.
• Sbaglia tattica militare lasciando a Radeski il tempo per riorganizzarsi all’interno del quadrilatero (Verona-Peschiera-Legnago-Mantova)
• Per timore di richieste di stampo democratico rifiutò l’aiuto dei volontari patrioti
• Fu ambiguo anche con gli altri re italiani. Lavorava per l’annessione al Piemonte.
All’inizio l’esercito piemontese ottiene qualche vittoria MA nell’estate l’Austria inizia la controffensiva, in Ungheria, in Boemia e in Italia. Radeski contrattacca costringendo Carlo Alberto a chiedere l’armistizio.
FASE C – I democratici – idealisti e romantici – non si arresero e attuarono un’azione molto forte di resistenza a Milano e Venezia, e di indipendenza a Roma e in Toscana. Erano radicali MA non avevano alcuna sensibilità verso la questione sociale, erano più l’ala sinistra dei moderati che una sinistra moderna. Il loro riferirsi al popolo era solo una cosa ideale, romantica; in realtà non erano minimamente interessati alla questione agraria e non capivano che per avere l’appoggio popolare c’era bisogno di includere nelle rivendicazioni anche la redistribuzione della terra in un paese composto al 90% da contadini.
La svolta reazionaria di Austria e Francia influì pesantemente sull’esito delle rivolte italiane.
Come si risolvono le rivoluzioni?
I rivoluzionari francesi subiscono una repressione durissima, contando 1500 morti negli scontri, 3000 fucilati e più di 4000 deportati. Il tentativo di governo radicale era miseramente fallito e il potere era tornato, nella nuova forma di Repubblica presidenziale, nuovamente nelle mani dei conservatori grazie alla figura dell’uomo forte Luigi Napoleone.
In Austria il potere si consolida nel nome della conservazione verso l’interno e della repressione nella gestione delle province di Ungheria, Italia e Boemia.
In Italia resta tutto come prima e, anzi, la tutela austriaca si fa più opprimente. Unica eccezione il Piemonte che, con il nuovo sovrano Vittorio Emanuele II , mantenne alcune libertà formali.
Anni ’50 – ‘70
GRAN BRETAGNA sono i venti anni di predominio del partito liberale con i “grandi” primi ministri Palmerston e Gladstone: lavorarono per favorire lo sviluppo economico, l’espansione commerciale e la modernizzazione della società.
FRANCIA A seguito del colpo di mano del 1849 il presidente Luigi Napoleone accentrò i poteri e, attraverso plebisciti e nuove elezioni, cambiò costituzione e governo. Nel 1852 fu restaurato l’impero. Consenso diffuso nella popolazione. Non fu un monarca conservatore; con l’appoggio ai movimenti liberali (in Italia) fu descritto anche come “impero liberale”. In effetti in questi anni l’economia e la finanza francese ebbero una forte crescita.
Guerra di Crimea
Perché? La Russia voleva lo sbocco al mare. Fu usato come pretesto al contropartita che la Turchia doveva ai russi per l’aiuto nella crisi degli stretti. La diplomazia si dichiarò sconfitta nel 1853 e l’anno successivo scoppiò lo guerra di Crimea . Gran Bretagna e Francia aiutarono l’impero ottomano. Nel 1855 anche il Piemonte mandò un suo contingente dalla parte dei turchi. La guerra ebbe termine nel 1856 con la sconfitta della Russia: il Mar Nero rimase neutrale; la Romania e la Serbia (territorio dell’impero ottomano) furono dichiarate autonome; la Turchia mantenne l’integrità territoriale. Entrato nell’epica militare l’assedio di Sebastopoli roccaforte russa sul Mar Nero, durato un anno e costato la vita a migliaia di soldati di una parte e dell’altra.
RUSSIA
In seguito alla cocente sconfitta Alessandro II (lo zar succeduto a Nicola I) iniziò un processo di riforme, nell’intento di colmare il divario con le altre potenze europee. La riforma più importante riguarda la fine della servitù della gleba sancita nel 1861 . L’industrializzazione fu finanziata con capitale straniero e promossa interamente dallo stato. Non esisteva una borghesia capitalistica; piuttosto una élite intellettuale (“intellighenzia”). Nel 1863 la sollevazione in Polonia, illusa di potere ottenere l’indipendenza, fu schiacciata nel sangue. Dagli anni ’60 si diffusero in Russia teorie rivoluzionarie, andate sotto il nome di “populismo” con teorici anche di grande influenza come ad esempio l’anarchico Bakunin.
Colonialismo
Nel 1857 la Gran Bretagna reprime una rivolta in India, iniziando in modo sistematico l’occupazione militare della regione. Iniziato anche lo sfruttamento intensivo di tutte le materie prime o dei prodotti alimentari (per esempio il thé) che potevano essere utili alla madrepatria. Nel 1876 fu dichiarato lo status di impero per i territori indiani.
Tra il 1854 e il 1865 la Francia militarizzò l’Algeria e si impossessò del Senegal. Dal ’58 in Indocina guerra dell’oppio.
La Russia completò la penetrazione in Siberia, in Caucaso, nel nord Cina (fino a Vladivostock), in Asia centrale ( Kazakistan, Turkmenistan ecc.)
L’Unità d’Italia e la II guerra di indipendenza
Solo il Piemonte non reazionario dopo il1848. I principali politici del parlamento piemontese Cavour e Rattazzi si accordarono (accordo passato alla storia come “ connubio ”) per isolare le ali estreme e procedere con le riforme di marca liberale.
Intanto proseguivano i fallimenti dei mazziniani, lasciando ai moderati l’unica opzione credibile per una revisione dei confini statali. Cavour inserì l’Italia nel gioco degli equilibri geopolitica con la partecipazione alla guerra di Crimea: così trovò un posto al tavolo dei vincitori alla conferenza di Parigi e mise in guardia i sovrani europei del “pericolo rosso” nell’Italia borbonica e pontificia.
1857 fondata la Società Nazionale. Con questa mossa Cavour ottiene la fedeltà e l’aiuto dei più influenti cospirati da Manin a Garibaldi. Rottura dei rapporti diplomatici con l’Austria.
1858 un giovane anarchico Felice Orsini compie un attentato contro Napoleone III. L’azione fallisce, il giovane viene arrestato e condannato a morte: ma il re francese si convinse della necessità di fare qualcosa per l’Italia. Con gli accordi di Plombiers Cavour face firmare a Napoleone III un patto difensivo.
1859 Per provocare l’Austria le truppe Piemontesi iniziarono grandi manovre militari sui confini; di fronte all’ultimatum dell’Austria Cavour rifiutò e, ad aprile, ottenne la dichiarazione di guerra. Scattò quindi l’accordo e Napoleone III scese in Italia a guidare le operazioni militari.
MAGENTA – SOLFERINO – SAN MARTINO sono i principali campi di battaglia, per altrettante vittorie dei franco-piemontesi. Intanto nel centro Italia le insurrezioni fecero cadere i governi di Modena, Parma e Granducato di Toscana.
11 luglio – PACE DI VILLAFRANCA. La Lombardia passò al Piemonte. I plebisciti nell’Italia centrale (marzo 1860) allargarono ulteriormente i confini del Regno di Piemonte.
1861 Cavour era a posto così. Per i democratici però l’occasione era troppo favorevole (peraltro era morto il re dei borboni Federico II) per non completare l’unità nazionale. Garibaldi organizza una spedizione partendo da Quarto la notte tra il 5 e il 6 maggio: arriva a Marsala e da lì, con poco più di mille uomini, riesce nell’impresa inverosimile di liberare l’isola. Allarmato dai successi dei democratici Vittorio Emanuele II scende attraverso i possedimenti pontifici di Marche, Umbria e Lazio e si ricongiunge alle truppe garibaldine a TEANO il 26 OTT
In novembre altri plebisciti sanzionarono l’annessione anche di Marche e Umbria.
Il 17 marzo 1861 era annunciata la nascita del Regno d’Italia.
La Germania unita
Nel 1858 il nuovo re Guglielmo, succeduto a Federico Guglielmo IV, rompe la solidarietà tra regnanti tedeschi e punta all’egemonia prussiana. Otto von Bismark a capo del governo dal 1861, mette in pratica le ambizioni politiche del sovrano: contrasta le spinte liberali della borghesia e il ruolo stesso del parlamento ma avvia una serie di politiche per modernizzare il paese e dare una base di consenso al progetto di espansione economica e territoriale. Nel 1863 conquista tre ducati danesi, nel 1866 attacca l’Austria per una disputa territoriale. Vittoria facile e sorprendente. La Prussia integra in uno stato federale i ducati e principati tedeschi e impone lo scioglimento della Confederazione tedesca.
L’Austria reagisce alla sconfitta militare (e alla perdita del Veneto a favore dell’Italia) con un restringimento delle libertà civili ma anche concedendo all’autonomia legislativa al regno di Ungheria. Inizia il lungo regno di Francesco Giuseppe.
GUERRA FRANCO-PRUSSIANA nel 1870 l’espansionismo prussiano riprende in direzione francese. Il 19 luglio la Francia , provocata da Bismark, dichiara guerra (pensava di essere più forte) ma va incontro a una rovinosa sconfitta. A Metz il 18 agosto il trionfo prussiano. A Settembre Napoleone III viene fatto prigioniero e nasce la Terza Repubblica. E’ il primo ministro Thiers che tratta la resa – durissima – a Versailles: la Francia perde le regioni dell’Alsazia e della Lorena.
Guerra civile americana 1861-1865
NORD – industria e spirito capitalistico
SUD –latifondi di cotone e tabacco per l’esportazione
Nel 1833 inizia il movimento antischiavista, ancora in vigore sotto una certa latitudine. Nello stesso tempo l’espansione ad ovest faceva nascere un paese basato su fattorie e grano / tabacco e schiavi.
Dal 1854 il partito repubblicano contro la schiavitù per rendere più dinamica l’economia interna, come serviva alle industrie manifatturiere del nord (Boston – New York – Philadelphia).
1860 Lincon presidente; uno smacco per il sud.
La miccia è accesa dallo stato della Virginia, che il 20 dicembre dichiara la secessione dagli Stati Uniti e la nascita della Confederazione. La confederazione era formata da 10 stati con capitale Richmond e presidente Davis.
La risposta fu la guerra civile. Il 12 aprile 1861 con la battaglia di Charleston vinta dai sudisti inzia il conflitto. Francia e Gran Bretagna forniscono un sostegno modesto al Sud.
Nel Nord il presidente Lincon promuoveva leggi fortemente ideologiche: fine della schiavitù e terre gratuite ai coloni. I generali dei due eserciti erano: LEE (sud) e GRANT (nord). Nel 1863 le truppe di Grant tagliano in due la Confederazione occupando il Teneesse e la Georgia. Il 9 aprile 1865 la guerra finisce. Cinque giorni dopo Abramo Lincon è assassinato a teatro da un attore sudista.
La modernizzazione del Giappone
Nel 1850 il Giappone appariva immerso nell’età feudale o in qualcosa di simile. [1] La struttura di potere era così composta:
Casa imperiale – shogun
Famiglia reale – tokugana
Grandi feudatari – daymo
Nobiltà inferiore – samurai
Plebe – contadini, operai, commercianti
Nel 1863 un daymo bombarda le navi straniere (americani, francesi, inglesi e olandesi avevano interessanti canali commerciali con le città portuali) esaltando il nazionalismo, in contrapposizione allo shogun considerato troppo arrendevole con le potenze occidentali. Scoppia una guerra civile che si conclude soltanto nel 1868 con la proclamazione dell’imperatore Mutsuhito detto Meiji.
Meiji avvia un processo di riforme straordinario, basato sulla copia del sistema degli stati occidentali e sostenuto con grande vigore dall’interventismo statale. La disciplina con cui il popolo giapponese ha seguito le indicazioni del governo hanno realizzato il più rapido salto in avanti fino ad allora concepibile. Tra le altre cose il sistema gerarchico pseudofeudale viene abbattuto; la scuola diviene obbligatoria; il servizio militare anche; l’industrializzazione pianificata e promossa con ogni mezzo. Alla fine del secolo, all’insaputa di tutte le cancellerie del mondo, il Giappone era già una potenza economica e militare capace di tenere testa ai più forti eserciti del mondo.
L’Italia della destra e la III guerra di indipendenza
L’unità d’Italia pone ai primi governi, guidati dalla maggioranza parlamentare conservatrice, problemi enormi, legati in gran parte alla incredibile diversità delle regioni italiane. Come fare, quali criteri seguire, per dare unità burocratica, militare ed economica al nuovo regno?
Dati: 78% di analfabeti
2100Km di ferrovie
2% il corpo elettorale
Fu rinnovata l’alleanza con i grandi proprietari del sud ed esteso a tutto il territorio la legislazione e il regime fiscale in vigore in Piemonte. Scelte fatte in nome della continuità.
1° governo – Bettino Ricasoli (1861-1862)
2° governo – Urbano Rattazzi (1862)
Nei pochi mesi della sua guida il governo fu messo in difficoltà dall’iniziativa di Garibaldi per prendere Roma: le truppe reale si scontrarono con quelle irregolari del grande generale in Aspromonte.
3° governo – Minghetti
Accordo con la Francia per lasciare Roma al Vaticano. La capitale sarebbe stata Firenze; proteste a Torino.
4° governo – La Marmora (1864-1866)
Firenze diventa capitale, viene stipulato un accordo militare con la Prussia.
Pochi mesi dopo lo scontro Prussia-Austria induce l’Italia ad approfittarne per prendere il veneto ( III guerra di indipendenza ). Le battaglie di CUSTOZA sulla terraferma e LISSA sul mare, sono due umilianti sconfitte per il giovane esercito nazionale. La sconfitta dell’Austria permette comunque all’Italia di acquisire il Veneto (pace di Vienna, ottobre 1866).
Governi Ricasoli e Rattazzi [2] – tiene banco la questione romana.
Governo Menabrea – c’è il tentativo fallito di Garibaldi (1867)
Nel 1870 la Francia , che s’era fatta paladino della causa vaticana, sconfitta dalla Prussia, abbandona il Papa al suo destino. Il governo italiano rompe gli indugi e occupa la città di Roma, con il celebre ingresso dei bersaglieri dalla breccia di Porta Pia (20 settembre). Un plebiscito sanzionò l’annessione.
BRIGANTAGGIO (1861-1865)
Il fenomeno dei “briganti”, cioè fuorilegge a giro per le campagne del sud, fu dovuto principalmente al peggioramento del livello di vita già molto basso, delle popolazioni del meridione dopo l’unità. L’aumento delle tasse e la leva obbligatoria (che toglie braccia ai contadini) scatenò una reazione che assunse la forma del brigantaggio e che fu strumentalizzata dal clero e dai borboni. Una inchiesta parlamentare guidata dal deputato Massari indicò molto bene la relazione tra cause ed effetto del fenomeno. Fu ignorata e risolto il problema con il pugno di ferro, cioè con una repressione molto dura. La politica dei governi di destra fu tutta orientata allo sviluppo industriale del nord: aumento delle tasse per i prodotti agricoli, il corso forzoso (stampa di banconote maggiore del valore corrispondente dell’oro), nessuna protezione per l’importazione di prodotti agricoli.
Fu grande soddisfazione per alla fine dell’età della destra storica, nel 1876, poter annunciare il raggiungimento della parità di bilancio.
1864
– I internazionale socialista con Marx e Bakunin. I contrasti tra le varie anime del movimento (comunismo, anarchismo, sindacalismo ecc) furono talmente forti da essere sciolta nel 1876.
– viene pubblicato il “SILLABO” enciclica apostolica in cui si condanna tutto ciò che è moderno, dalla libertà di coscienza alla scuola laica, dal liberalismo al socialismo.