SINTESI RAGIONATA DELLA STORIA CONTEMPORANEA
Parte II – 1870-1914
(…) tanta parte delle attuali caratteristiche dei tempi nostri ebbe origine, a volte improvvisamente, nei decenni anteriori al 1914. In campo politico, i partiti operai o socialisti, che formano il governo o la forza principale di opposizione in quasi tutti gli stati dell’Europa occidentale sono figli dell’era che va dal 1875 al 1914. (…) Sotto il nome di “modernismo” l’avanguardia dei questo periodo comprende la maggior parte della produzione novecentesca d’alta cultura. (…)La cultura della vita quotidiana è tuttora dominata da tre innovazioni del periodo in questione: l’industria pubblicitaria, il giornale e il cinema. Quanto alla tecnologia, le automobili a benzina per la circolazione su strada e le “macchine volanti” sono apparse per la prima volta nel nostro periodo. Il telefono e la radio sono stati migliorati, ma non soppiantati.(…) Lo sport fu formalizzato in quest’epoca in Inghilterra, che ne fornì il modello e il vocabolario, e da lì si propagò rapidamente negli altri paesi.
E. Hosbsawn, L’Età degli imperi 1875-1914
Gran Bretagna
Dopo il 1870 la Germania in forte crescita metteva in discussione la leadership mondiale della Gran Bretagna. I principali esponenti politici della seconda fase dell’età vittoriana furono DISRAELI (conservatore dal 1874) e GLADSTONE (liberale dal 1880).
Comincia l’azione terroristica a favore dell’indipendenza irlandese; anche in parlamento emerge la “questione irlandese” con l’ostruzionismo dei deputati eletti nell’isola “verde”.
1884 il corpo elettorale passa da 3 a 5 milioni. Nasce la “Fabian Society” una componente molto rilevante per il pensiero politico socialista, che da quel momento abbandona sostanzialmente la linea rivoluzionaria per abbracciare la linea riformista, per quanto radicale possa essere.
Francia
In seguito alla sconfitta con la Germania e la resa di Versailles nuova repubblica guidata da Thiers. A Parigi, nel marzo 1871, scoppia l’insurrezione e viene proclamata la Comune. A maggio, al termine di un assedio durissimo, la città viene ripresa dall’esercito regolare (aiutato dalla Germania) e sottoposta ad una feroce repressione.
La III repubblica nasce sotto l’insegna dell’autoritarismo: Thiers presidente, pochi poteri al parlamento e leva obbligatoria. Solo nel 1880 iniziano alcune concessioni sulle libertà civili. Verso la fine del secolo la contrapposizione tra socialisti e conservatori si fa sempre più evidente, come dimostra L’AFFAIRE DREYFUS del 1894. Dreyfus era un giovane tenente ebreo condannato seppur riconosciuto innocente, proprio perché ebreo. Alla fine fu scagionato.
COLONIALISMO
Nel 1876 la regina Vittoria diventa imperatrice d’India. Molto diffuse ideologie razziste ed espansionistiche. I conservatori erano decisamente schierati per l’espansionismo mentre i liberali auspicavano una politica di mantenimento dei confini già vastissimi dell’impero.1885 primi episodi di insurrezione in India. La contesa per il canale di Suez, aperto nel 1869, fornirà alla Gran Bretagna l’occasione per portare sempre più truppe nell’area, fino a conquistare l’intera regione tra Egitto e Sudan (completata nel 1898).Tra il 1898 e il 1902 guerra contro i boeri in Africa del Sud. Naturalmente fu un’altra vittoria.
FRANCIA dal 1871 l’Algeria viene colonizzata: in seguito ad una rivolta la repressione porta alla politica di consolidamento del territorio attraverso una vera e propria colonizzazione; diventa una seconda Francia. Negli anni successivi conquista la Tunisia (sottratta all’Italia) il Madagascar, il Senegal, la Somalia e buona parte dell’Africa Occidentale. Conquiste asiatiche in Indocina.
Germania
La grande Prussia diventa Germania, federazione di 25 stati autonome ad esclusione della politica estera e della guida economica decise dal governo del cancelliere. Il governo non rispondeva alla maggioranza parlamentare (reichstag) bensì solo al Kaiser (l’imperatore). La guida di Bismark punta a rafforzare lo stato, indebolendo sia il mondo cattolico sia il movimento socialista. Grande esaltazione del nazionalismo tedesco e concessione di un primo pionieristico sistema di assicurazione sociale per i lavoratori dell’industria. Bismark era contrario alla politica coloniale mentre gli industriali erano favorevoli. Ebbero la meglio gli industriali e anche la Germania si tuffò nell’avventura coloniale conquistando alcuni territori nell’Africa orientale.
1888 sale al trono Guglielmo II con l’idea di realizzare il secondo Reich. L’antagonismo con Bismark porta quest’ultimo alle dimissioni nel 1890.
Austria
1867 concessa la costituzione. Il re manteneva ampi poteri, così come il clero nella società austriaca. Diventano pressanti le spinte indipendentiste:
CECOSLOVACCHIA: Masaryr leader del movimento per l’indipendenza della Boemia e Slovacchia fonda nel 1900 il partito progressista.
UNGHERIA supremazia magiara sulle tante minoranze. Si propone il problema delle minoranze etniche nei nuovi stati nazionali. Rimane lo status di impero Austro-ungarico.
Russia
Dopo il 1865 Alessandro II ripiega su posizioni conservatrici. La borghesia è ininfluente. E’ invece il “populismo” una corrente politica radicale di sinistra a prendere campo, facendo nascere anche una forma di terrorismo politico. Nel 1881 lo Zar viene assassinato. Il successore Alessandro III abbandona la strada del timido riformismo e approva un piano di repressione e “russificazione” delle province: Polonia, Ucraina, Finlandia ecc.
1894 NICOLA II
Con questo zar la Russia conosce una prima forma di industrializzazione: lo stato investe per cercare di colmare il divario con le potenze continentali e a Pietroburgo e Mosca nascono grandi fabbriche e quartieri operai. A cavallo del XX secolo arrivano anche i primi scioperi e le rivolte. Si costituiscono e acquisiscono molta forza i partiti operai: Partito Socialidemocratico e Partito Social-rivoluzionario. La sinistra russa guarda anche ai contadini e alla comune di Parigi come modello di governo.
Italia (i governi della sinistra)
La parità di bilancio era costata carissimo sul piano dell’equilibrio sociale. Le riforme erano indispensabili. Dal punto di vista della provenienza del corpo politico c’è da registrare la fine del monopolio degli uomini del nord e della grande nobiltà.
DE PRETIS nel 1875 si presenta con il celebre “discorso di Stradella” in cui promette un po’ di tutto inaugurando la demagogia elettorale. L’anno successivo diventa capo del governo. Anziché rivoltare la linea politica cambia pochissimo, inventando praticamente il “trasformismo” che annacqua le differenze politiche dei due principali schieramenti (conservatore e progressista) con una pratica di governo consociativa e accomodante per tutti. Allo stesso tempo la maggioranza parlamentare mantiene in costante marginalità le ali estreme della rappresentanza politica sia a destra che a sinistra. E’ stato accertato e storicamente riconosciuto il ricorso alla pratica della corruzione e dei brogli per mantenere in efficienza il sistema.
Riforme importanti:
– 2 anni di scuola obbligatoria
– Abolizione della tassa sul macinato
– 1883 abolizione del corso forzoso
– Aumento del corpo elettorale
1882 TRIPLICE ALLEANZA l’Italia stipula un patto difensivo con gli imperi centrali di Austria e Germania. Inizia l’avventura coloniale con il tentativo – fallito – di conquistare l’Etiopia.
1887 governo CRISPI Riprende l’aspirazione imperialista. 1889 Trattato (bilingue) di Uccialli fatto con il re etiope MENELIK. Una diversa interpretazione della traduzione permise quel contenzioso che portò alla guerra tra Italia e Etiopia.
Altre leggi di rilievo del periodo: diritto allo sciopero; abolita la pena di morte.
Il governo cerca di contrastrare l’ascesa del movimento socialista, che dal 1892 ha anche un suo riferimento nel Partito Socialista guidato da intellettuali come Costa, Turati e Labriola.
GIOLITTI è un liberale. Con varie e diverse cariche è l’uomo che segnerà la vita politica del paese fino al 1913. Sale in carica nel 1892 al posto di Crispi. La sua idea è quella di aumentare il consenso attraverso la concessione di diritti civili. Affiancherà a questa politica “alta” la pratica meno lusinghiera di cercare sempre il compromesso con chiunque. In un primo tempo la sua condotta fu poco gradita (non represse le agitazioni dei fasci siciliani) e tornò Crispi. Con lui riprese la guerra ai socialisti e la guerra per i territori africani: nel 1896 ad Adua l’Italia fu umiliata contando la prima sconfitta militare di un paese europeo in Africa e 7000 soldati morti. La tragedia costò il posto a Crispi. Seguirono alcuni governi molto provvisori: Rudinì tra il 96 e il 98 che oscillava tra i moderati e i reazionari. Pelloux fece un governo autoritario sfociato nella strage di Milano: nel maggio del 1898 il generale Bava Beccaris si rese famoso facendo sparare sulla folla in coda per il pane causando molti morti e una grande indignazione.
29/07/1901 assassinato il re Umberto I. Gli succede Vittorio Emanuele III
Il governo intanto è a guida moderata. Con il nuovo secolo arriva anche lo sviluppo economico e l’industrializzazione. I capitali furono trovati nelle banche e nello stato. La politica protezionistica favorì le fabbriche italiane ma svantaggiò i prodotti agricoli del sud. Queste scelte furono tra le cause della eccezionale ondata migratoria che interessò il popolo meridionale tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.
Stati Uniti
Lasciata alle spalle la guerra di secessione gli Stati Uniti devono scontare una divisione nord-sud molto forte: nel 1866 il razzismo prende la forma del famigerato Ku Klux Klan, cittadini bianchi anglosassoni protestanti (definiti dall’acronimo WASP) mossi da un’odio ideologico verso gli afroamericani liberati dalle catene della schivitù. A riflettere questa impostazione culturale sta la struttura economica. Gli stati del sud erano dipendenti ancora dalle grandi piantagioni e auspicavano una politica di liberismo; viceversa gli stati del nord – che imposero come vincitori il loro punto di vista – propugnavano il protezionismo a favore dei grandi gruppi industriali e finanziari. New York e Wall Street segnarono il nuovo corso della più grande repubblica del mondo. Un corso vincente, se è vero che nel 1898 c’è il sorpasso in termini di Pil assoluto degli Usa alla Gran Bretagna (primato ancora attuale) e che nel giro di pochi anni le immense ricchezze territoriali furono integrate a un sistema industriale in grande progresso.
– Conquista del West (sterminio e prigionia per circa 2 milioni di nativi)
– Taylor inventa il sistema a catena di montaggio
– Ai primi del Novecento Ford abbassa drasticamente il prezzo dell’automobile per consentire ai suoi operai di acquistarne una. Nasce il consumismo industriale.
– Grande violenza nella repressione di scioperi e delle organizzazioni sindacali.
Sul fronte internazionale i diversi presidenti che si succedono sono concordi nel perseguire una politica di espansione, non solo verso i territori vergini dell’ovest ma anche verso possedimenti di altri stati come Russia, Messico e Spagna. Nel 1867 l’Alaska viene acquistata dalla Russia (venduta come un deserto ghiacciato si rivelerà poi ricca di materie prime); nel 1898 conquista le isole Hawaii e le Samoa nell’oceano Pacifico e contende alla Spagna le lontanissime isole Filippine e la vicina isola di Cuba. Vince facilmente, ma non annette i territori. Inaugura invece la politica dei governi fantoccio: dei governi formali svolgono in tutto e per tutto gli interessi degli Stati Uniti che agiscono come “protettori”.
Giappone
Altro paese uscito alla fine degli anni ’60 da una terribile guerra civile. Qui si afferma un potere imperiale determinato a modernizzare il paese sull’esempio europeo e in particolare tedesco. L’operazione ha qualcosa di sbalorditivo, mai visto e ripetuto. Agli occhi di un europeo poteva sembrare simile all’età medievale solamente nel 1866 per ritrovarlo militarmente competitivo e minaccioso a fine secolo.
Conflitti internazionali
1877 guerra tra Russia e Turchia. Gli strascichi della guerra di Crimea e la questioni degli stretti sono problemi aperti che periodicamente tornano a insanguinare lo scacchiere mediterraneo. La scintilla stavolta furono le rivendicazioni nazionaliste di Bulgaria e Erzegovina contro l’impero turco. La Russia – strumentalmente per via dell’interesse per la riapertura degli stretti sul mar Nero – si dichiarò protettrice degli slavi del sud e avviò una serie di azioni contro la Turchia.
Legata ad una serie di conflitti in territorio africano tra le altre potenze europee, la questione venne discussa al CONGRESSO DI BERLINO del 1878 e sancì l’autonomia di una regione bulgara, l’indipendenza di Serbia-Montenegro e il protettorato britannico su Cipro. Il mondo islamico stava perdendo la sua integrità territoriale.
Socialismo
Nel corso della II Internazionale (1871?) fu indetto il 1° maggio festa dei lavoratori e l’obiettivo comune per i lavoratori di tutto il mondo: le otto ore lavorative. La funzione dell’organismo era quello di fornire il riferimento internazionale a tutti i partiti socialisti e socialdemocratici. Inizialmente ne facevano parte anche anarchici ma furono espulsi nel 1898 per incongruenze. Emersero ben presto distinzioni tra due linee di tendenza che segneranno la lacerazione della sinistra per tutto il secolo successivo: ovvero la contrapposizione all’interno del movimento tra riformisti e rivoluzionari. Partendo dall’ideologia marxista si svilupparono diverse correnti, guidate da abili oratori e pensatori politici, come Bernestein (riformista), Kautsky, Rosa Luxemburg, Lenin (rivoluzionari), Sorel (sindacalismo rivoluzionario).
La chiesa
La chiusura assoluto nei confronti della modernità viene abbandonata con il pontificato di Leone XII che apre alla questione sociale. Il nemico numero uno è il socialismo, e contro di esso va accettata anche la democrazia liberale, demonizzata da Pio IX. Del 1891 è l’enciclica Rerum Novarium, che illustra questa nuova prospettiva di partecipazione dei cattolici nella vita sociale delle società di massa: mutuo soccorso, associazionismo, sindacati, partiti …. Ogni aspetto deve avere un riferimento preciso dal mondo cattolico. L’obiettivo è migliorare la vita delle fasce umili delle persone, tenere insieme le diverse classi sociali (“l’unità tra operai e padroni”) e scongiurare la rivoluzione socialista. Ma all’inizio del nuovo secolo la chiesa era già in piena restaurazione, accentuando il carattere di ubbidienza all’autorità e alla pura carità verso gli strati inferiori della società.
LA BELLE EPOQUE (1900-1914)
in realtà con il termine “belle époque” si è soliti riferirsi ad un periodo più lungo, che parte dagli anni ’90 dell’ottocento o addirittura dagli anni ’70. La visione italiana dello sviluppo però ci porta a considerare l’età della crescita e dell’ottimismo come una finestra più piccola tra i molti decenni di difficoltà.
Gran Bretagna
Insieme alla produzione industriale cresce il movimento operaio, che diviene sempre più organizzato e minaccioso. Nel 1906 viene costituito il partito laburista che raccolse le diverse anime della sinistra britannica (a differenza dei movimenti continentali non era rivoluzionaria ma riformista, per quanto radicale). La politica era dominata dai Tories conservatori, anche se occasionalmente andavano al potere i liberali. La crescita economica permise alla classe operaia di ottenere importanti conquiste: otto ore lavorative, riforma fiscale a svantaggio dei grandi proprietari terrieri. Il potere politico era ormai tutto in mano alla camera dei comuni (elezioni popolari) a scapito della camera dei Lords (rappresentanti nobiltà) e della monarchia (avviata ad un ruolo di semplice super-partes e guida spirituale del paese).
Teneva banco la questione irlandese, dove le spinte nazionaliste non erano più arginabili con concessioni autonomistiche, come la Home Rule di inzio ‘900. Anche il mondo coloniale dava segnali sempre più forti di insofferenza al controllo della corona britannica. In Sudafrica invece furono gli inglesi a sconfiggere i boeri olandesi per il controllo delle ricchissime miniere di diamanti.
Francia
Il governo, laico anche nelle connotazioni conservatrici, ruppe in modo drastico con il Vaticano. Nel 1905 nacque il partito socialista francese, guidato dal carismatico Jacques Jaurés. Le imponenti manifestazioni – represse duramente – fecero ottenere ai lavoratori il diritto alla pensione di anzianità e la domenica festiva.
I successi della sinistra allarmarono gli ambienti militaristi e reazionari, portando per risposta ad una forte crescita del nazionalismo. Nel 1914 il partito socialista vinse le elezioni politiche.
Germania
Tasso di sviluppo economico altissimo. Questa crescita strideva con la situazione geopolitica del mondo che premiava stati come la Francia e Gran Bretagna con imperi coloniali immensi, e gli Stati Uniti e la Russia con immensi territori ricchi di materie prime. I tedeschi volevano cambiare i rapporti di forza nel mondo. L’imperatore e gli industriali erano fortemente determinati a guidare una nuova fase di espansione. Di fronte al nazionalismo crescente il partito socialdemocratico (SPD) entra in crisi: la disputa tra rivoluzionari e riformatori paralizza l’azione della sinistra in Germania, e porta alla sconfitta alle elezioni del 1907. In seguito la linea del partito sarà meno internazionalista e più vicina alla linea politica del Kaiser, ovvero nazionalista. A guidare questa svolta furono Bebel e Noske che raccolsero i frutti con la vittoria del 1913. (bisogna ricordare però che in Germania il governo era nominato dall’imperatore e non dipendeva dal parlamento). In ogni caso gli operai tedeschi ottennero grandi concessioni in termini di welfare e stipendio. Una base di consenso molto ampia, che sarà molto utile al momento dello scoppio della guerra.
Russia
Lo zar Nicola II – un regnante di scarsissimo valore umano e politico – risponde alle sfide della modernità facendo appello alle tradizioni e ai vecchi valori religiosi e autocrati. Quella minuscola fascia di popolazione definibile come borghesia fece alcune richieste di riforme civili. La massa di operai proletari (non più di due milioni e mezzo concentrati su Mosca e Pietroburgo) era compattamente con i partiti marxisti. Anche i contadini, sparsi nella sterminata campagna russa, erano nella maggior parte attratti dalle teorie rivoluzionarie dell’estrema sinistra.
Inoltre la famosa intellighenzia russa partorì alcune grandi personalità politiche che riuscirono, nel volgere di pochi anni, di ottenere risultati inimmaginabili.
1905. Al governo ci sono i conservatori guidati da Witte. All’opposizione ci sono i liberali, in rappresentanza della borghesia. Al di fuori dal parlamento e al confine con la legalità ci sono i partiti rivoluzionari Contadino e Socialdemocratico (guidato da Lenin, Trocki e Martov).
La guerra contro il Giappone per il possesso delle isole Kurili si risolse in una sconfitta fragorosa. Sull’onda del disastro il 22 gennaio in 140000 invasero Pietroburgo per protestare contro lo zar. Le guardie armate spararono facendo 1000 morti, a cui seguirono altri scontri e scioperi. In ottobre prese corpo l’idea di democrazia alternativa di Trocki: nacquero i soviet del popolo: assemblee di operai, soldati e contadini in gradi di prendere decisioni politiche. Un vero e proprio contropotere ai vari prefetti e funzionari imperiali. Questa pressione porta ad ottenere elezioni con suffragio universale e le libertà civili. Viene istituito il parlamento russo, chiamato DUMA, ma ben presto viene sciolto per rifarlo senza i rappresentanti dei partiti di sinistra. A fine anno inizia la reazione violenta da parte delle truppe zariste; vengono sciolti i soviet e arrestati o uccisi i leader di partito. Il fallimento della rivoluzione del 1905 porta ad una rottura nel partito socialdemocratico tra menscevichi – guidati da Martov – e bolscevichi – guidati da Lenin e Trokji.
Stati Uniti
Il secolo si apre nel segno del presidente Theodore Roosevelt e della sua enfasi militaresca e nazionalista. Il segno politico è molto diverso da quello attuale, basti pensare che era dell’ala progressista dei repubblicani. La distinzione determinante era infatti l’approccio alla politica economica, protesa all’espansione capitalista e alla conquista di mercati internazionali. Funzionale a questi obiettivi era anche il superamento della conflittualità con il mondo operaio, ottenuto tramite alcune concessioni (otto ore, ferie, pensioni ecc.) e alcuni accordi di tipo corporativo con i sindacati che assunsero un ruolo a-politico all’interno delle fabbriche. Il successore di Roosevelt fu un presidente di alte visioni idealiste, W. Wilson, al quale lo sfascio della vecchia Europa diede l’occasione di illustrare una nuova visione per il nuovo mondo.
Italia
Sono gli anni di Giolitti, che propone una politica di apertura verso il movimento operaio, rispondendo così alle esigenze di moderati e riformisti. La contrazione economica terminò nel 1896, e si registrò il primo vero boom economico, concentrato per lo più nel triangolo industriale Milano-Torino-Genova. La spinta allo sviluppo viene da un connubio stato-privato che segnerà la struttura del capitalismo italiano fino ai giorni nostri. Lo stato ci mette i soldi e sceglie quali gruppi avranno commesse e lavori; il privato prolifera all’ombra di un mercato riservato e protetto, riservandosi di finanziare il partito politico o il clan di riferimento nei banchi di Montecitorio per riproporre in futuro lo stesso schema. Un sistema che ha prodotto numerose conseguenze negative, dalla scarsa capacità concorrenziale dell’industria italiana, all’affermazione su grande scale del metodo clientelare come percorso classico per portare avanti affari e carriere. Un imprinting culturale prima ancora che economico, in grado di costruire un’etica pubblica sui generis che apparirà ben presto come un carattere tout court dell’essere italiano, specialmente in questioni di soldi, economia, finanza e potere.
In ogni caso al Nord abbiamo un progresso complessivo: + industrie, + diritti civili, + comunicazioni, + scuole, + capitali e produzione industriale;
al Sud viceversa troviamo distese latifondiste di cereali con rendite passive per lo stato. Il potere dei notabili locali è mantenuto attraverso il “voto di scambio”. In questa stagnazione esplode il fenomeno dell’emigrazione, con milioni di cittadini italiani che cercano fortuna verso l’America e il Nord Europa. La tenuta dell’Italia e la sua crescita di inizio secolo devono molto anche alle rimesse in valuta pregiata di questi emigranti della disperazione.
Questa doppia faccia dell’Italia, era anche la doppia faccia del Giolitti politico: progressista al nord e corruttore-conservatore al sud. La sua idea era di integrare tutti i frammenti nello stato italiano. Propose al Psi di entrare in coalizione, spaccando così il partito (ala riformista di Turati, e ala rivoluzionaria di Labriola). La linea moderata di Turati è sconfitta e il socialismo italiano diviene massimilista in coincidenza con le maggiori concessioni che gli furono fatte (compresi aumenti salari e misure di assistenza sociale).
Le elezioni le vincono ancora i liberali.
1906 nasce la CGL
1910 nasce la CONFINDUSTRIA
Giolitti rinnova il protezionismo doganale, a favore delle industrie del nord.
La nuova recessione economica innesca scioperi e malumori, favorendo la crescita del nazionalista di stampo militarista e imperialista. Nel 1910 infuria il dibattito intorno alla spedizione in Libia. Intanto cade l’ennesimo governo Giolitti e l’anno successivo inizierà la guerra di Libia. Unico partito contrario era il PSI. In cambio viene concesso il suffragio universale in vista delle elezioni del 1913. Per garantirsi i voti delle masse cattoliche viene sottoscritto il “Patto Gentiloni” che concede molti privilegi alla chiesa cattolica (tasse, scuole, ospedali ecc.)
Le elezioni sono vinte dal Partito Socialista, ma con un sistema proporzionale puro l’incarico di formare il governo va a Giolitti che trova il sostegno dei partiti liberale, popolare e altri minori. Il suo è un gabinetto debole e si trova costretto alle dimissioni già nel 1914. Una linea ben più aggressiva – in politica interna ed estera – si era affermata e trovò sbocco nella formazione del governo Salandra.